Alcuni risultati di un recente studio a proposito del settore culturale italiano. Per approfondire si veda l'articolo in basso.
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Il settore culturale è uno dei cardini dell’economia nostrana. Difatti, secondo un recente studio della fondazione Symbola il cosiddetto Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano, formato da imprese private, PA e aziende no-profit, è capace di generare un tesoretto di circa 90 miliardi di euro. E’ inoltre in grado di attivare altri 160 miliardi in settori ad esso collegati, uno su tutti il turismo, arrivando così a stimolare annualmente un valore complessivo equivalente al 16.7% del PIL nazionale. In altre parole, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo ha un effetto moltiplicatore sul resto dell'economia pari a 1.8: per ogni euro prodotto, se ne attivano 1.8 in altri comparti. Una cifra notevole.
Con “Sistema Produttivo Culturale e Creativo” lo studio in esame indica l’insieme di tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali (editoria, cinema, sistema museale, teatri, etc.), oltreché le iniziative che non creano beni o servizi creativi in senso stretto, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il proprio brand e la competitività.
I numeri che si evincono dal report dimostrano come la cultura possa essere considerata uno dei motori della ripresa economica tuttora in atto. Il sistema produttivo culturale creativo è infatti, nel suo complesso, caratterizzato da numerosi trend positivi. In particolar modo, nel 2016 si è osservato un aumento pari a +1.8% del valore aggiunto rispetto all’anno precedente, sospinto da un andamento molto simile dei livelli occupazionali (+1.5%). Interessante sottolineare poi come questi valori siano superiori, anche se di poco, agli andamenti osservati nel complesso dell’economia italiana: considerando l’intera penisola infatti, i valori si assestano a +1.5% per il valore aggiunto e a +1.3% per ciò che concerne l’occupazione.
Degna di nota è poi la composizione della forza lavoro nel sistema cultura. La presenza femminile risulta molto forte (18%) ed il numero dei laureati è nettamente superiore alla media nazionale (40.9% contro il 20%), indicando quindi un potenziale innovativo immenso, da dischiudere e favorire. Come chiosa Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere, puntare sulla cultura e la creatività significa, quindi, puntare su competenze in grado di affrontare la stagione dell’Industria 4.0.
[Immagine liberamente utilizzabile; fonte qui]
Ovviamente non sorprende siano principalmente le città d’arte ad avere una buona percentuale della loro ricchezza proveniente dal settore in oggetto. In particolare, al primo posto troviamo la provincia di Roma, per la quale l’incidenza del sistema culturale è pari al 10% dell’intera economia. In seconda posizione, Milano con un importante 9.9%; sull’ultimo gradino del podio, Torino con un valore di 8.6%. Seguono poi, nell’ordine, ben tre provincie toscane: Siena (8.2%), Arezzo (7.6%), Firenze (7.1%). Ancora, Aosta con 6.9% di incidenza sul totale, Ancona (6,8%), Bologna e Modena, entrambe al 6,6%.
“Cultura e creatività sono la chiave di volta in tutti i settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia” ha affermato durante la presentazione dello studio Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.
Con la cultura si mangia. Thanks for reading and getting inspired by @ispira
Hello Friend Nice Post by You
Thanks bro
Hope tomorrow brings another great day.
It will man, it will.
Diffondiamola, quindi. Complimenti, anche per come scrivi.
Grazie mille per il supporto!
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