CRONACHE DI CIVITOPIA II: scene di follia quotidiana

LUPI SOLITARI atto quinto
Pressochè isolati dal mondo per scelta personale praticamente obbligata, date le condizioni in cui versavano, i genitori di Massimo vivevano relazionandosi quasi unicamente all'interno del loro sparuto nucleo familiare. Sparuto, dato che il ragazzino era il loro unico figlio. Il padre comunque se la cavava meglio, dato che per lavoro era costretto a uscir di casa ogni giorno dal lunedì al sabato e dunque a frequentare colleghi e superiori. A meno che non piovesse a dirotto e a scanso di gravi intemperie, trattandosi di cantieri. Ma sua moglie era casalinga.
Come molti civitesi della loro epoca, si trattava di una coppia delusa dalla vita. Si erano sposati in tarda età per non aver trovato ciascuno di loro di meglio. Insomma, si erano accontentati, come del resto soleva fare il civitese medio che proprio non volesse rimanere single vita natural durante. Ma siccome le circostanze esterne sono use giocare tiri mancini, da giovani si erano ritrovati circondati da taluni di quei pochi civitesi, anzi pochissimi, la cui esistenza si era invece rivelata un gran successo negli ambiti più salienti. Ed è cosa risaputa che in mancanza di uno spirito particolarmente forte, quando tutti intorno a un individuo godono di benessere e successo, essere l'unico che agli occhi della società appare un fallito non risulta mai un grande affare. Non funziona affatto come vivere in condizioni mediocri o peggio, quando tutta la propria cerchia sociale, o quasi, vive in identica modalità. Occhio non vede, cuore non duole, si diceva nel secondo millennio, ma pure durante tutto il terzo non s'è scherzato affatto. Oppure mal comune, mezzo gaudio, che invece gli spagnoli definiscono consolazione dei tonti (consuelo de tontos, dicono letteralmente, senza peli sulla lingua). E così, tutti i loro parenti avevano contratto bellissimi matrimoni e si dedicavano a professioni che li appagavano sia economicamente che sul piano personale. In particolare una zia di Massimo, la sorella minore della signora Azalea, più giovane di lei di ben quattordici anni, si era sposata ben prima della maggiore e con un uomo dalla vita risolta sotto tutti i punti di vista. Alto, bello, affascinante e ingegnere aerospaziale. Peraltro, dell'età di sua sorella maggiore. Forse troppo, per un'educatrice penitenziaria, affermava quest'ultima. Ma forse ancor più per un'aspirante casalinga dal semplice attestato di economia domestica, che da ragazza aveva snobbato il figlio di due braccianti agricoli e il figlio di un manovale, ausiliario del papà operaio. Due ragazzi dall'aspetto esteriore poco allegro, oltre che nuotanti nelle ristrettezze economiche. Da allora, sin dal matrimonio di sua sorella, Azalea viveva perennemente amareggiata e bastava un nonnulla affinchè reagisse acrimoniosamente.
Al signor Fiorenzo gli affari non erano andati meglio che a colei che sarebbe un giorno diventata sua moglie. Sognava di diventare concertista, non certo muratore. Da adolescente, dopo la terza media, i suoi genitori avevano speso una fortuna per comprargli un violoncello, ma al povero ragazzo, non importa quanto si applicasse, non riusciva che di strimpellare. Dopo anni di inutili tentativi e soldi buttati in libri, accessori, tasse e contributi al Conservatorio, aveva allora tentato un'altra strada studiando in un istituto tecnico. Ma poichè capiva di matematica avanzata quanto di musica, gli era fallito anche il suo secondo tentativo di progredire in società, rimanendo bocciato. Aveva oramai raggiunto la maggiore età e i suoi genitori erano rimasti a corto di fondi. Fiorenzo non poteva più permettersi altri sbagli. Resosi conto troppo tardi che amare la musica non costituiva condizione sufficiente a donargli il talento per diventare concertista, nè il solo desiderio di una carriera nella perizia tecnica gli accordava le abilità matematiche necessarie a diplomarsi come sperato, s'era fatto oramai il tempo di cercare un'occupazione per la quale risultasse sufficiente la terza media. Ma nella Civitopia del trentesimo secolo tali impieghi s'erano rarefatti. Difficile reperire qualcosa di livello considerato sia pure mediocre dalla società civitese senza un diploma. Ma nella muratura era ancora possibile, anche se già si vociferava della necessità di frequentare un corso tecnico triennale per diventare muratore. Specie nei casi di aspiranti lavoratori non piu giovanissimi, che per forza di cose non potevano accedere ai contratti di apprendistato. D'accordo, per il momento, solo voci di corridoio e se un ragazzo appena diciottenne iniziava un percorso da manovale non qualificato in un cantiere, poteva ancora imparare il mestiere sul campo e salire di livello per passare a muratore. Fiorenzo, di buon animo, s'era fatto il conto che era ora di ripagare i suoi genitori dei sacrifici portati avanti per lui senza costrutto. Non erano ricchi, nè benestanti, nè di classe media. Erano due piccoli impiegati di una sparuta azienda che rischiava da tempo il fallimento. Fiorenzo non aveva tardato troppo a trovare lavoro come apprendista manovale in un cantiere. La giovanissima età, unita a mansioni di pochissime pretese e magrissimo stipendio di categoria, era stata determinante. Con il tempo e l'esperienza, era dapprima passato a manovale qualificato, per poi diventare muratore vero e proprio verso i trentacinque anni. Avrebbe voluto acquisire quantomeno la qualifica di muratore specializzato, ma non gli era stato possibile. La vita aveva in serbo per lui ulteriori frustrazioni che lo avrebbero reso un adulto insoddisfatto tanto quanto la sua futura metà. Per tale progressione, infatti, l'esperienza non bastava più, in quel momento: serviva allora davvero la frequenza di un corso che veniva offerto soltanto dietro pagamento. Impensabile, dato che nel frattempo i genitori di Fiorenzo avevano perso il posto di lavoro con il fallimento dell'azienda in cui lavoravano. Non potevano allora fare a meno, dunque, dello stipendio del loro unico figliolo per non finire a vivere in una cabina telefonica.

Ps.: immagine Pixabay royalty free, autore Mingo123 (https://pixabay.com/es/photos/lobos-lobos-de-madera-canad%C3%A1-2891975/)