Sembrano piccole fino a quando non ci vengono a mancare, giusto? Quando le diamo per scontate. Per fare un esempio spiccio, abitare in una zona centrale (ma pure in una periferia vicino a non più di un quarto d'ora a piedi dal centro) può sembrare una bazzecola fino a quando le circostanze non costringono a un quartiere popolare deserto o una zona al di fuori dei confini della città, dove l'uso dell'auto, sia pure un vecchio bidone😂, si fa indispensabile a ogni uscita (mentre un tempo s'andava a piedi o in bici ovunque, magari tranne che al lavoro offline che ovviamente viene assegnato perennemente fuori città e molto probabilmente è pure fatto di proposito per far girare l'economia delle industrie automobilistiche, scommetterei il collo🤣). E a proposito, averci l'auto sembra anch'essa una bazzecola, dato che da almeno 50 anni a questa parte è ordinaria amministrazione per i più? Ecco che allora basta un guasto (specie appunto se si tratta di un macinino, senza offesa, ovvio: nessuno che sia in grado di mantenere unicamente un'auto degli anni novanta o epoca precedente si senta discriminato, poichè l'esempio corrente serve soltanto per rendere l'idea dell'enormità di un infinito elenco di piccole cose che sono piccole soltanto in apparenza, che dopotutto mica i più sono ricchi da poter mantenere due BMW, si sa oramai e si sa pure che chissà in quanti sono pure costretti a vendere l'unica macchina di proprietà perchè divenuto impossibile mantenerla) che la manda dal meccanico o dal carrozziere, che già sono amarissime rogne per chi vive in campagna e magari si tratta dell'unica macchina di famiglia (una volta, specie in casi come questi, due macchine per famiglia erano lo standard, ma coi tempacci che corrono sarà che ci si può ancora permettere di mantenere due auto in famiglia, dalla istituzionalmente bistrattata classe media in giù)? Ed ecco che la piccolezza, dunque, sul serio piccola non è.
Ps.: immagine Pixabay free, autore Tama66 (https://pixabay.com/es/photos/autom%C3%B3vil-coche-dep%C3%B3sito-de-chatarra-3368094/), ma non è che intendessi un'auto così malconcia: è Pixabay che collabora poco e niente e se gliela chiedo grigia, me la presenta rossa😝
E quanto al blogging per gli hivers? Qualora si potesse configurare una seconda attività lavorativa tra le piccole cose di valore che di fatto piccole non sono (se abbiamo una p. IVA aperta ci permettono di liquidare e di conseguenza arrotondare, quando non costituiscono la principale fonte di guadagni, ma spesso e ben volentieri pure di realizzarci in ambiti di diverso genere, spesso artistici), manderei avanti a questo punto l'attuale quaderno civitese, data l'importanza del poterlo pubblicare senza grivie nè paturnie editoriali classiche😆. Proseguano allora le danze...
CRONACHE DI CIVITOPIA: ESTEMPORANEO V
Al manicomio comunale: il dilemma della macchinetta atto secondo
Secondina aveva già le idee chiare: intendeva prendere un caffè d'orzo perchè il caffè comune, le rare volte che lo beveva, una volta che le fosse restato qualche spiccio per comprarlo in qualche hard discount, le provocava bruciori di stomaco sin da quando aveva raggiunto la mezza età. Figurarsi dunque il caffè delle macchinette. Specie alla sua età, bisognava stare particolarmente attenti alla salute, senza contare il dovere di risparmiare per le emergenze. Ragione per cui Secondina aveva perfino smesso di comprare confezioni di caffè negli hard discount dove regolarmente faceva la spesa. Le stravaganze non si addicevano a chi guadagnava stipendi bassi, le era stato insegnato sin dall'infanzia. Anche Mimmo soffriva dello stesso inconveniente della collega sin dal cinquantesimo compleanno, ma a differenza di Secondina, delle conseguenze per il suo apparato digerente se ne infischiava altamente. Di troppi caffè che non aveva potuto permettersi, prima che il sindaco Malinverni lo liberasse dal triste destino nelle vesti di una cabina telefonica, sentiva la mancanza. E al diavolo gastriti e ulcere. Avrebbe abbondato con l'opzione extra zucchero del distributore per tamponare ogni eventuale incendio gastrico. Dunque il suo penoso dilemma non aveva niente a che vedere con i danni alla salute degli organi digestivi che andava via via accumulando davanti alla fatale macchinetta e non solo, quanto all'ansia per l'inaspettato incontro con Secondina proprio lì...
Ps.: particolare d'immagine dispenser di bevande calde creata con Microsoft Bing (come dicevo l'altra volta, non sono usa crearne con IA, ma per avere un'immagine di distributore di caffè e tè ero stata schiaffata spalle al muro da Pixabay, per nulla collaborativa per aversi una misera macchinetta consona all'ambiente di un manicomio comunale🤣), la stessa dell'altra volta perchè questo è il secondo atto dell'episodio precedente. Link di Bing generatore immagini:
https://www.bing.com/images/create?FORM=GENILP
Concordo con te che vivere in una zona “centrale” cioè dove ci sono tutti i servizi (ambulatori, servizi comunali, unità sanitaria locale, banca, alimentari, banco frutta, ecc… ecc…) è qualcosa di grande valore. Il non dover sempre prendere la macchina per spostarsi ha un suo valore. Poter andar far spesa in bicicletta o a piedi è qualcosa a cui anch’io attribuisco molto valore. !LUV
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