Nei molti viaggi fotografici che ho avuto l'onore di intraprendere mi sono imbattuto in un luogo di fiaba situato nel viterbese, precisamente a Caprarola.
Qui sorge uno dei famosi palazzi esempi di dimora d’epoca manierista fin dal 1530, la bellezza di questa immensa opera risiede sia nei suoi interni che nel grandissimo giardino che si estende alle spalle della costruzione.
Un castello che segna una cambiamento nell’architettura del Cinquecento in quanto concepito come nuova residenza di lusso. Un luogo che ospitò gli uomini più potenti del tempo, sede di incontri e confronti politici.
Palazzo Farnese era così bello che a metà degli anni ’20 fu immortalata dalla fotografa Frances Benjamin Johnston, una delle prime donne fotografe della storia. Gli scatti sono conservati presso la Library of Congress di Washington.
Il Palazzo, situato sulla parte più alta del borgo, venne concepito come fortezza dal cardinale Alessandro Farnese (il futuro papa Paolo III), che commissionò il progetto all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, ma i lavori si fermarono perché il cardinale divenne papa Paolo III. Dopo 25 anni ripresero e portarono a compimento questo gioiello.
Una delle grandi opere al suo interno che si potrebbe stare a guardare per ore senza stancarsi è sicuramente la Scala Regia per la quale utilizzò la pietra nobile della terra degli Etruschi. Un gioco di luci ed ombre amplificato da affreschi che donano un senso artistico superiore ad uno scalone che ruota intorno a 30 colonne, attraverso le quali, secondo la leggenda, il cardinale transitava a cavallo per raggiungere il piano nobile.
La visione dei giardini alti devo dire è meravigliosa, proprio perché i giardini all’italiana, decorati da fontane, siepi a labirinto (di cui alcune scolpite da Pietro Bernini) sono progettati per essere ammirati dall’alto. Avevano proprio la funzione di grandi tappeti persiani da ammirare dalle finestre addirittura come continuazione delle decorazioni interne, un lavoro che fondamentalmente viene portato avanti anche adesso.
La maggior parte delle opere scolpite in questo museo a cielo aperto mi hanno comunicato un senso onirico, di sogno misto a realtà, una storia raccontata dalle tantissime facce sparse ovunque, fontane di ogni genere che come in un'opera di Shakespeare con il calare delle tenebre prendono vita e cominciano a vagare per i giardini, giocando e danzando fino all'alba.
Per chi ama l'arte "ricca" un luogo del genere non deve assolutamente mancare tra le tappe tra i borghi del Lazio, consigliato!
Macchina | Canon EOS 6D | Canon 24-105L f4 |
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