BRACE YOURSELF, POST DI PRESENTAZIONE INCOMING...

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Trovarsi davanti a un foglio bianco dove dover scrivere chi si è e cosa si fa nella vita non è mai semplice, ti porta a esporti e metterti a nudo davanti a sconosciuti [decine di sconosciuti, centinaia, migliaia!] e io son sempre stato un tipo timido più che un animale da palcoscenico.

Dato che la mia vita è un continuo contrapporsi di picchi di frenesia e letargia, mi accingerò a presentarmi nel modo più chiaro e lineare possibile: sono Maurizio, un "giovinotto" di 28 anni dalla pelle pallida e dal tipico aspetto di chi passa troppe ore davanti al computer.

Ebbene si, un po' a causa del mio lavoro come programmatore (o come amano definire oggi nei curriculum "software engineer") e un po' dovuto anche alle mie passioni (videoludiche, fumettistiche, cinematografiche, etc etc etc..), reincarno il classico stereotipo del "nerd" dei film americani: il disadattato sociale, stempiato, occhialuto, ciccione e brufoloso che ama crogiolarsi nel buio della propria bat-caverna sopra un letto di briciole di patatine, cosa che mi ha portato a sviluppare una profondissima mentalità quadrata (con esternazioni purulente di OCD).. e proprio per questo schematizzerò la mia vita per punti.

rappresentazione grafica di me, thanks to © Google immagini

Le origini del mito

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Nato e cresciuto a Firenze (la famigerata culla dell'arte itaGLIana) fino all'età di 19 anni, periodo nel quale mi sono trovato al bivio della vita dove avrei dovuto scegliere se continuare ad annegare tra i libri (nel frattempo avevo iniziato l'università "della strada" di informatica) oppure emigrare verso lidi più ricchi cercando fortuna e, dato che avevo ricevuto una "lauta offerta di lavoro" a Milano, decisi di optare per la seconda ipotesi, non badando ingenuamente al fatto che lauta offerta di lavoro si traducesse con sfruttato sottopagato e umiliato.
Dopo aver fatto 2 anni di gavetta con due lavori (si, la sera mi prestavo come aiuto "tuttofare" in un locale, dato che l'azienda in cui lavoravo regolarmente non mi pagava manco la carta igienica) decisi di puntare a qualcosa di meglio e nel mentre che cercavo, pur di non tornare in quell'orrida città che mi aveva dato i natali, riiniziai l'università.
Anche a questo giro, l'avventura da studente finì prima del previsto dato che il profumo di una "vera" busta paga aveva inebriato e offuscato i miei sensi da apprendista stregone.
Da qui in poi la mia carriera lavorativa nel capoluogo lombardo (dove risiedo da ormai 9 anni) è continuata con un crescendo di gioie e soddisfazioni, facendomi evolvere lentamente da "minus habens con clava" a "minus habens con computer".

Casa dolce casa - © Google immagini

No hobby, no party

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Sono un essere umano (così pare) e come tale nutro svariati hobby e passioni...
Bugia, in realtà l'unica cosa che mi fa andare avanti nella vita è lo sport (che ormai è diventato un secondo lavoro).
MOMENTO SERIETÀ: devo essere onesto, per raccontare questo lato della mia vita dovrei fare delle premesse molto dolorose che ancora non sono riuscito a superare psicologicamente del tutto e che non racconto praticamente a nessuno, quindi la prefazione con cui dovrete saziarvi è questa:

Svolgevo nuoto agonistico a livelli molto alti. Ho iniziato la mia "carriera natatoria" alla tenera età di 2 anni, quando i miei genitori hanno avuto la brillante idea di sperimentare (in stile rupe spartana) le mie capacità di sopravvivenza al cloro gettandomi in acqua e salutandomi con la mano da lontano. Pian piano le cose si sono fatte sempre più serie e una volta ultimata la scalata sociale al potentissimo "brevetto calamaro", ho iniziato le attività pre-agonistiche.
Prime gare a 6 anni, ma ne ricordo poco e nulla.. giusto gli schiamazzi dei genitori seduti sulle tribune e mentre mia mamma faceva le parole crociate io iniziavo a vincere i primi titoletti del riondone. Il passaggio da qui al picco agonistico, durante il periodo adolescenziale, (14 anni per intenderci) è stato breve: 2 allenamenti al giorno, la mattina alle 06:00 dove facevamo "risveglio muscolare" prendendo frustate con i tuboni di gomma (che le vecchie usano per fare quello schifo di "sport" chiamato acqua gym) e poi, una volta usciti da scuola, dalle 14:00 alle 16:00 e per finire dalle 20:00 alle 21:30.
(MEMO: in tutto questo io ho provato anche a seguire allenamenti di karate e mi son dovuto sorbire ben 7 anni di conservatorio, mi merito un riconoscimento morale e psicologico a reti unificate!)

Lo ammetto, era massacrante.

Non so quante volte ho pensato di mollare tutto, di cedere ai piaceri della vita sociale e delle amicizie, di cedere ai piaceri del cibo senza controllo, della vita con gli amici, della vita umana... ma alla fine c'è sempre stata una vocina dentro di me che mi spronava a continuare: "non mollare coglione" mi diceva.. "sei a un passo dalle selezioni per entrare in nazionale" continuava a ripetermi. Essì eh, andavo davvero forte, ero già in fibrillazione per il preludio di emozioni di poter conoscere e nuotare sotto lo stesso tetto di Rosolino e Fioravanti... peccato poi che per colpa di alcuni "problemi di salute" ho perso tutto.
A 16/17 anni il blackout totale, è come se tutto ciò in cui credi e su cui basi la tua vita ti venisse tolto da sotto il culo senza preavviso e senza nemmeno dirti grazie.
Sono stato costretto a rimanere "fuori dall'acqua" per 3 anni fra operazioni chirurgiche, terapie e riabilitazioni.. capirete da voi che nuotando a quei livelli, dove non avevamo manco un paio di settimane di ferie durante l'estate, stare fuori gioco per 3 anni voleva dire la fine di tutto; tanto che una volta rimesso in sesto e ricostruito come un omino della Lego non volli sapere più nulla del mondo clorato e i suoi flutti.

Ho ripreso ad allenarmi e a gareggiare in competizioni di basso livello soltanto dopo 8 anni di emarginazione sociale. Ovviamente non ero più quello di un tempo e non sarò più quello di un tempo (dovuto anche a grosse limitazioni fisiche e psicologiche), ma mi sto riprendendo alcune soddisfazioni in ambito agonistico che mi stanno facendo tornare il sorriso.

Il resto degli hobbies vengon da sé: quando non sono in vasca ad allenarmi ho rigorosamente un joystick o un mouse sotto mano, spazio dalla Playstation al computer, da film fantascientifici alla collezione di pupazzetti di manga / anime (senza trascurare il tempo per la ragazza ovviamente, altrimenti non sarei qua a parlarne ma avreste mie notizie dalla camera d'obitorio).

Sono un forte adoratore di trigliceridi e zuccheri: la mia personalità da pastasciuttaro incallito mi precede in qualsiasi cosa ed è la mia fonte primaria di vita (potrei fare la fotosintesi solo grazie a questo).

Rappresentazione di me prima della gara - © Facebook

Perché Steemit? Non potevi farti "li cazzi tua"?

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Effettivamente...
Sono stato attirato qua da una giovane fanciulla con la promessa di favori sessuali (no scherzo, mi ha spinto a curiosare qua la mia ragazza sotto minaccia di lesioni psicofisiche).

Il fatto è che la piattaforma è estremamente innovativa, la community italiana in forte ascesa e il fatto di poter guadagnare mettendo nero su bianco i miei pensieri e le mie storie mi ha ingolosito pesantemente (BIG MONEY INCOMING, nel dubbio ho già aperto un mutuo per comprarmi casa e un'isola sul pacifico).

Tempo libero permettendo, cercherò di arricchire il mio profilo con storie sul nuoto, la vita da sportivo, le contrapposizioni sociali di chi pratica attività agonistica e qualche aneddoto divertente da invasato, senza tralasciare post sulle passioni che seguo e l'ambiente informatico... in più, col fatto che mi sto per trasferire a Roma, colgo l'occasione per rendervi partecipi delle mie disavventure future (dato che sono una sorta di calamita vivente per il disagio).

Spero di non essermi dilungato troppo e di non avervi prosciugato con questa introduzione.

— SEE YA FOLKS!