Ho sempre preferito trascorrere il tempo camminando nei sentieri in mezzo al bosco, respirando aria fresca e pulita, piuttosto che stare a boccheggiare per il caldo in riva al mare.
L'idea ci era balzata in mente a marzo, come dicevo, ma alla fine ci siamo ridotti a prenotare a metà maggio.
Forse il destino, forse quello che ti pare, la settimana è arrivata esattamente dopo un bel periodo carico di tensioni e tristezza...insomma, sta vacanza ci voleva!
Nel dubbio ho messo in valigia qualsiasi tipo di capo stagionale, estivo, imvernale, autunnale e primaverile. Conseguenza: macchina piena di roba, fortuna eravamo solo in due!
Alle 20:30 circa del giorno precedente alla partenza, la signora del residence dove avremmo dovuto alloggiare mi telefona (non parlava italiano neanche a pagarla....) e riesco a capire solo "Il check in no alle 14, alle 9, iaaaaaa??"
Ecco, avevamo un viaggio di 5 ore e mezzo davanti e questa mi chiama senza preavviso dicendo che la figlia la domenica non aveva voglia di stare in casa "sa c'è il sole, iaaaaaaaaaa, fare passeggiata se vuole"
Eh. Benissimo. Dopo un'ora di trattative, ha deciso che mi avrebbe lasciato le chiavi dell'appartamento in un posto e quindi sarei potuta arrivare all'ora precedentemente prestabilita.
Così, dopo questo "piccolo" ingrippo, il giorno seguente, partiamo.
Carichi di vestiti, macchine fotogratiche, computer (non potevo abbandonare i miei racconti di Selenya, quindi vi ho pensati anche lassù :)) e viveri per un reggimento!
Il viaggio è stato lungo e il caldo micidiale ma appena arrivati, il panorama mi ha fatto dimenticare tutto!
Lo stile era quello tipico delle baite di montagna, rigorosamente legno; era anche di recente costruzione, tanto che si sentiva anche l'odore del legno fresco.
Ho scelto appositamente quel residence perché vi ero già stata ed il soggiorno era stato veramente gradevole; inoltre per la comodità: a 200m dal centro di San Candido e di fianco all'impianto della seggiovia dei Baranci.
Era esattamente come lo ricordavo, stupendo. Un piccolo posto prezioso, pieno di vicoletti che si congiungono tutti alla piazza centrale, dove, la prima ad attirare l'attenzione, è una bellissima chiesa.
Una cosa nuova, invece, era la scritta 1250, a caratteri cubitali, vicino alla chiesa. Sono ben 1250 anni dalla fondazione della piccola San Candido; sul retro delle scritte tridimensionali, vi erano un sacco di informazioni sul paese: popolazione totale, femminile, maschile, percentuale lingue parlate (se non ricordo male tedesco 84%), temperature minime e massime del 2017 etc.
Era completamente immerso nel bosco e, nella prima parte del percorso, abbiamo visitato un luogo dedicato ai caduti durante la prima guerra mondiale. Continuando per il bosco, si arriva invece al Monte Elmo, Sesto oppure al Rifugio del Cacciatore.
Arrivati al lago di Dobbiaco (ovviamente il parcheggio è a pagamento, in base alla durata della sosta) abbiamo iniziato a camminare per circa 4 km e mezzo, ovvero il perimetro del lago. Esso si trova tra il Parco Naturale delle Tre Cime di Lavaredo ed il Parco Naturale Fanes.
Lungo il percorso in riva al lago si incontrano turisti, ragazzi del posto, piccoli anatroccoli e paperelle, e qualche tabella informativa sulla flora e la fauna del posto.
Sul lato destro vi è una struttura di ristoro, proprio dopo un ponticello di legno dove si può godere del venticello fresco e della vista del lago.
Una volta parcheggiata la macchina in uno dei tre parcheggi esterni (in estate inoltrata è possibile arrivarci solo con il pullman perché i parcheggi vengono chiusi temporaneamente) ci si trova di fronte ad un chioschetto, dove, al mio arrivo, c'erano un sacco di ciclisti che si rinfrescavano mangiando un gelato.
Il sentiero intorno al lago è percorribile in due direzioni: si può iniziare prendendo il lato sinistro e quindi più soleggiato del lago (dalla mattina fino al tardo pomeriggio), nel quale ad un certo punto, ci si ritrova di fronte ad un pontile in legno, dove si possono affittare delle piccole barchette (massimo 4 persone) pagando 20 euro, più altri 25 euro di caparra per il noleggio.
Purtroppo arrivati quasi a metà percorso sul lato sinistro del lago, siamo dovuti tornare indietro perché il sentiero era interrotto da una frana.
Ci si trova esattamente ai piedi della Croda del Becco, alto 2810 m, la cui cima era ancora innevata.
Alle nostre spalle il monte, sotto ai piedi i sassi del lago di Braies dai colori e sfumature varie e delicate e, di fronte a noi, il lungo percorso che abbiamo fatto, che si estende intorno all'immenso lago dall'acqua limpida che ci bagna i piedi.
Credo sia stato esattamente quello il momento più bello della giornata. Mi sono liberata dei vestiti, e mi sono immersa in costume nell'acqua cercando di rinfrescarmi. Fuori le temperature erano altissime e camminare sotto al sole lo ha reso ancora più difficile ma appena ho immerso metà gambe mi sono praticamente congelata! xD
Mi sono sentita veramente piccola di fronte a quelle meraviglie che la natura ha creato.
Alle mie spalle, volendo, c'erano le indicazioni per continuare attraverso un sentiero che portava ad una Malga e distava circa altri 20 minuti di cammino.
Per noi ormai si era già fatto troppo tardi, avremmo avuto ancora tanto da camminare per tornare e aggiungere poi altri 40 minuti tra andata e ritorno dalla Malga, avrebbe complicate le cose.
Ho raccolto un paio di sassi e ce ne siamo tornati a casa.
Era mattina presto ma il caldo era già terribile e tutti i turisti cercavano bibite fresche o gelati.
Abbiamo passeggiato nelle varie viuzze della città, visto la piazza centrale Hauptplatz, ricca di colori, fiori, piccoli bar e gremita di turisti.
Non abbiamo fatto in tempo a visitare il castello di Bruck, anche se lo avevo già visto da piccola e mi sarebbe piaciuto tornarci.
La penultima sera abbiamo partecipato alla festa tirolese a San Candido, nella quale la piazza del comune era gremita di persone che ascoltavano le musiche tipiche del posto, suonate dall'orchestra e dove abbiamo potuto assaggiare la grappa tirolese alla prugna, rigorosamente servita da ragazza vestite secondo la tradizione!
La settimana è volata in fretta e, nonostante il caldo che ci ha fatto evitare una delle escursioni più belle, ovvero quella delle Tre Cime di Lavaredo (che avevo già fatto anni fa) mi è dispiaciuto tantissimo tornare a casa.
Sono così, odio molto i cambiamenti, ma alla fine ci metto molto poco a prendere nuove abitudini: svegliarsi la mattina con l'aria di montagna, fare escursioni, visitare parchi naturali e cittadine, assaggiare i tipici piatti locali, uscire la sera in paese... sono piccole cose che già mi mancano.
Quello che posso dire è che in Italia abbiamo veramente posti meravigliosi e molte volte prendiamo un aereo e viaggiamo per ore, quando invece basterebbe spostarsi in qualche regione e scoprire delle meraviglie del genere.
Perchè dopo ore di camminate, di insetti in faccia, di sole che ti scotta la pelle e che ti fa sentire ancora più viva, quando arrivi in cima alle vette, quando finisci un percorso e ti ritrovi ad osservare la natura che ti circonda, magari al tramonto, ti senti in pace con te stesso. Ti fermi, ti lasci rinfrescare da quella brezza che ti scompiglia i capelli e pensi "Ma sono stata veramente in grado di fare tutto questo?" e allora ti senti quasi un supereroe.
Alla fine, veramente conta il viaggio. Le ore che hai impiegato per arrivare a quella meravigliosa meta.
Prima di partire, mi sono fatta una promessa: questa volta non aspetterò altri vent'anni prima di tornare, perché ogni tanto è necessario riuscire a staccare la spina e prendersi un po' di tempo per stessi.
Hai fatto vivere un po' di Trentino anche a noi! Alcune foto poi sono uno spettacolo. Hai fatto bene a non accettare l'anticipo del check in, siamo matti? In Irlanda, parecchi proprietari delle case che abbiamo affittato ci hanno lasciato le chiavi sotto lo zerbino, anche in città! Ci sta
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Sono contenta di aver portato anche voi a spasso con me :) Grazie mille <3
No ma assolutamente...anche perché sapeva che il viaggio era lungo, sarei dovuta partire alle 4 del mattino, non puoi chiamarmi alle 20 della sera prima... fortunatamente anche con noi è andata così, alla fine si è rivelata gentilissima :D
Ma danke un cavolo...
Ma come stanno sti qua? L'84% parla tedesco e sono in Italia. Io ste cose non le posso patire (e capire). Se non vogliono stare in Italia, perché non se ne vanno affanculo con quei nazisti austriaci o con chi pare a loro? Il governo centrale di Roma dovrebbe intervenire su questa questione, è una vergogna... Se vai in Val D'Aosta, per esempio, nessuno si sogna di parlare solo francese, anzi, parlano tutti italiano e il dialetto locale... Ma pensa te...
Beh ite...tieni conto che quelle zone sono state annesse all'Italia dopo la guerra mondiale.
Quindi capisco anche il fatto che a 4 km dal confine si parli praticamente tedesco ovunque. Questo non significa che le persone siano state ignoranti con noi anzi...la maggior parte delle persone sono state molto carine e parlavano italiano! Che poi abbia incontrato personaggi che col cavolo parlavano italiano, sì. In Austria, a Lienz, la casseria di un negozio aveva parlato italiano fino a 5 minuti prima, male ma lo aveva parlato; come ho chiesto il conto, abbiamo dovuto capirci tramite gesti e mi ha pure fregato 10 euro.... me ne sono accorta dopo 40 minuti, ormai ero dall'altra parte della città e il parchimetro scadeva. Direi che ho capito perché se la rideva mentre uscivo... -.-
Ritornando al discorso che fai tu, credo sia giusto che mantengano anche le loro origini, quindi la lingua tedesca, ma è altrettanto giusto che parlino italiano.
Quando in giro ho trovato uno striscione antifa, quasi mi mettevo a piangere per la felicità. In luoghi dove in realtà la guerra è stata vissuta maggiormente, vedere che qualcuno se ne ricorda, mi ha veramente commosso.