Va bene togliere, ma togliere per cosa?
Una delle cose che ho capito fancendo fotografie è che chi paragona la pittura alla fotografia si sbaglia di grosso.
E' uno di quei luoghi comuni a cui tutti credono perchè è facile da capire come l'idea che gli astronauti all'interno della la Stazione Spaziale Internazionale vivano in assenza di gravità.
Li vedi svolazzare in tutte le direzioni, per forza pensi che non ci sia la gravità, ma la realtà è che la gravità c'è eccome (altrimenti l'intera stazione spaziale sfuggirebbe a velocità smodata lontano dalla terra) semplicemente l'ISS precipita costantemente verso la crosta terrestre solo che è talmente veloce che la sua traiettoria non la porta a sfracellarsi, ma a girare introno al pianeta dando agli astronauti la sensazione di vivere a 0G.
Scusate, ho divagato. Nel caso non l'abbiate notato, io divago spesso.
La fotografia, dicevo, è molto più simile alla scultura, che alla pittura, perchè è una forma d'arte sottrattiva.
Se sei un pittore sai benissimo che tutto parte da una superficie bianca o comunque da riempire e che per ottenere il risultato atteso devi aggiungere linee, colori, materiali. Hai uno spazio e lo devi riempire. Se ti chiami Fontana lo puoi anche tagliare questo spazio, ma ciò non toglie che prima quei tagli non c'erano.
Una scultura invece parte da un parallelepipedo più o meno regolare di un certo materiale dal quale bisogna togliere massa nei punti giusti per ottenere una statua o uno stampo. Se sbagli anche di poco tutto è da buttare, ti tocca ripartire da capo.
Lo stesso vale in fotografia, almeno la maggior parte delle volte.
Che sia la scena di un set o un paesaggio il punto di partenza è sempre quell'enorme casino che i nostri occhi percepiscono. Di tutta questa entropia noi dobbiamo scegliere una porzione da includere nel nostro fotogramma e possibilmente fare in modo che non contenga elementi di disturbo o non funzionali alla storia che vogliamo raccontare. Se ti sbagli, la foto è rovinata, la devi rifare.
C'è però un elemento che accomuna tutte le forme d'arte che è assolutamente imprescindibile: dalla musica alla recitazione, dalla letteratura all'architettura, quello che trasforma l'artigianato in arte è solo ed unicamente il motivo per cui lo stai facendo. Il messaggio che vuoi dare, la sensazione che vuoi trasmettere, la storia che vuoi raccontare.
Un orinatoio in un cesso è un orinatoio. Un orinatoio messo in mostra da Duchamp è un'opera d'arte, unicamente perchè Duchamp aveva uno scopo, un messaggio.
Quella volta che arrivai sulla gelida spiaggia
Tutto il discorso precedente m'è sempre stato chiaro ed un giorno quasi senza volerlo ho messo in pratica questo flusso di coscienza realizzando la serie di fotografie che, in parte, potete vedere qui sotto.
Ero dunque su questa spiaggia dell'isola di Achill in Irlanda dove sebbene fosse Agosto faceva un freddo che definirei canino e nonostante questo c'era gente che faceva il bagno tranquillamente come se nulla fosse. Ne dedussi quindi d'essere io quello strambo.
Ad ogni modo, vestito come Roald Amundsen al Polo Sud mi avventurai su quella sabbia ed all' inizio quello che mi colpì furono i colori e le nuvole che si rispecchiavano su una vasta battigia liscia come una tavola da biliardo.
Poi però un senso di pace e solitudine prese il sopravvento mentre esploravo lo spazio circostante con un grandangolo e mentre scattavo mi accorgevo che tutta la gente che razzolava sulla sabbia poteva sparire volendo, che se solo avessi aspettato, nonostante il freddo, sarei riuscito a dire che quel posto, bellissimo, mi faceva sentire minuscolo, come le figure che sono rimaste visibili nelle mie immagini.
Spero vi piacciano.
Il mio portfolio
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Bel post e bellissime fotografie (sono un appassionato dilettante).
Per la tua riflessione, una considerazione .
Dove dici:
Io penso che oltre al messaggio di Duchamp è fondamentale il ruolo del museo (del luogo in cui si mette in mostra). Il museo si comporta come moltiplicatore di senso (si dice che l'arte è quel messaggio che da luogo a molteplici interpretazioni, ovvero un messaggio che moltiplica i propri significati una volta che entra in relazione con lo "spettatore"). In questo esempio è il museo (oltre la fama dell'artista) a determinare tutto ciò.
Infatti, se per gioco metti un oggetto qualsiasi in mostra, senza alcuno scopo particolare se non di fare uno scherzo ai visitatori del museo, vedrai che quell'oggetto (uno scherzo) funzionerà come opera d'arte, e come con qualsiasi opera d'arte le persone si emozioneranno, si annoieranno, capiranno mille significati o non capiranno nessun significato. E questo, Duchamp, secondo me, lo sapeva benissimo.
Ciao @anedo!
Sono assolutamente d'accordo con te!
Infatti avevo in mente di parlare anche di questo aspetto, ma poi ho visto che l'articolo sarebbe diventato un po' troppo lungo visti anche i miei tempi biblici di traduzione e forse sarei uscito un po' troppo fuori tema rispetto a quello che avrei voluto dire :)
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