È la stampa, bellezza!
Negli ultimi anni i giornali e le riviste tradizionali, sia cartacee che nella loro versione online, hanno dovuto faticosamente rincorrere, senza per altro riuscirci, tutte le nuove fonti di informazione presenti in rete.
Alla disperata ricerca di un modo per non soccombere hanno inseguito nei tempi e nei metodi le nuove forme di giornalismo uscendone doppiamente sconfitte.
Da una parte gli alti costi e la loro struttura troppo lenta perde sul piano dei tempi, dall'altra nei metodi è uscita allo scoperto una verità che era già tale e quale da sempre, ma che la rete, oggi, mette a nudo.
Non è certo da oggi che l'informazione inventa e modifica le notizie, dà rilevanza a fatti e persone secondo propri criteri non sempre ragionevoli per i lettori, confonde fatti e commenti, etc. etc.
Questo è sempre stato fatto, dai tempi delle guerre persiane fino ad oggi.
Ciò che è cambiato è la capacità e la velocità con cui è possibile smascherare i falsi, mettere a nudo le esagerazioni, palesare i secondi fini, etc. etc.
Quello che fa ben sperare è il fatto che la novità, il bello della rete è che uno come Claas Relotius, che ha fatto quello che una infinità di giornalisti prima di lui hanno fatto, sia stato smascherato e abbia dovuto ammettere che le sue storie sono inventate e finalizzate ad un racconto della realtà che lui stesso ha manipolato a suo piacimento.
Mentre i giornali tradizionali cercano di convincerci che la rete è il regno del male, dove nascono e proliferano le cosiddette "fake news", quello che succede sotto i nostri occhi è esattamente il contrario; la rete è il posto dove le notizie false, chiunque ne sia l'autore, vengono oggi smascherate e poste all'attenzione del grande pubblico, mentre fino a pochi anni fa chi aveva il controllo dell'informazione poteva sfornare bufale a getto continuo senza che nessuno potesse controllarle e diffondere dubbi o smascherare le falsità.
La "colpa" della rete non è quella di creare "fake news", ma di rendere sia la creazione che la fruizione delle infomazioni più democratica, mette tutti nella condizione sia di creare notizie false, privilegio prima esclusivo dei burattinai dell'infomazione, sia di smascherarle, chiunque le abbia create.
Non sono aumentate le notizie false o manipolate, è aumentato il numero di notizie verificate e di falsificatori sbugiardati.
Riferimenti:
Claas Relotius On Forbes Google cache
Sono parzialmente d'accordo. Il numero delle notizie false è inevitabilmente aumentato con la rete, sia perché si aggiunge a quello delle notizie dei giornali, sia perché chiunque può metterle in circolo. Oltre a questo la maggioranza delle persone preferisce documentarsi sempre più attraverso i canali telematici piuttosto che cartacei, e chi invece non è nemmeno avvezzo allo studio basato sulla scienza o interessato a sapere cosa gli accade intorno, leggerà comunque notizie e bufale attraverso social o altri canali.
Se però aumentano anche le verifiche è un segnale positivo, atteggiamento critico di chi cerca di ragionare con la propria testa piuttosto che credere ad ogni idiozia postata in rete o sui social. Probabilmente la necessaria evoluzione dell'uomo di oggi, ormai digitale, che deve fare attenzione e potenziare le sue capacità cognitive (come ben evidenziato in questo post di moncia90) per districarsi nella palude delle fake news.
Sono d'accordo. Anche ammesso che il numero di notizie falso sia rimasto lo stesso, comunque raggiungono un maggior numero di persone
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