Il mio castello

in #ita6 years ago

All'alba fui svegliato di soprassalto da uno strano lamento. L'albergo dove alloggiavamo era vicino la moschea, riuscivo a vedere il minareto dalla finestra.
Il muezzin richiamava alla preghiera obbligatoria dell'alba tutti i fedeli. Dopo pochi minuti sentii un intenso vociare e le strade si affollarono, tutti andavano verso la moschea.
Io ritornai al letto e continuai ad ascoltare il canto del muezzin fino alla fine e mi riaddormentai.
Al mattino, dopo la colazione uscii col comandante a fare una passeggiata visto che la nave sarebbe entrata in porto il pomeriggio. Subito dopo pochi passi si avvicinò un uomo anziano che si offrì di accompagnarci in giro.
Per strada il comandate mi spiegò che era meglio farci guidare da una persona del posto in modo da stare più tranquilli e non imbatterci in quartieri pericolosi.
Passeggiando per quelle strade polverose mi tornarono alla mente i film degli anni '50. Mi sembrava di esserci dentro, c'erano molte botteghe che ormai nelle nostre strade non esistono più.
Gli artigiani che lavoravano sugli usci delle loro botteghe, i carretti che vendevano la frutta, il venditore di polli vivi e di uova fresche appena deposte poichè le galline erano in grosse gabbie lungo i marciapiedi. C'era il venditore di uccelli e di rettili da compagnia.
Avrei voluto fermarmi in ogni bottega, rovistare, guardare e scoprire tutto quello che producevano e vendevano. Un fascino particolare avevano i bazar, pieni di qualsiasi tipo di prodotto, ma non di meno lo erano i ramai e i vetrai. L'odore di incenso usciva da ogni bottega.
Al comandate non interessavano le cianfrusaglie, chissà lui quante ne aveva già viste nei suoi viaggi. Così passeggiando per le strade cercavo di osservare tutto senza tralasciare nessun particolare.
Pranzammo in un bel ristorante stile europeo, ottimo.
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(Foto di proprietà dell'autore)

Si unì a noi un amico della nostra guida, un francese in pensione che viveva in Marocco perchè la vita era meno cara. Rimasi sorpreso dalla faciltà con cui si era integrato ma poi pensai che tutto sommato il Marocco era stata colonia francese.
Dopo aver pranzato, la nostra guida ci accompagnò in albergo e andammo a bordo. Era arrivato il momento, la gita era finita ed iniziava il lavoro vero.

Fu una sensazione strana camminare sopra un suolo fatto di metallo, attraversare le porte stagne alzando le gambe, salire i gradini stretti delle scale dove solo la punta del piede poggiava, sentire i rumori della ventilazione e percepire le vibrazioni dei motori.

I membri dell'equipaggio erano impegnati nelle operazioni commerciali e c'era un intenso andirivieni, tutti avevano un compito preciso.
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(Foto di proprietà dell'autore)

La nave si chiamava Castel dell'Ovo, trasportava gas. Le mie prime esperienze, paure e malinconie sono state su quel "Castello" fatto di persone straordinarie che mi aiutarono e mi insegnarono la vita di mare.
Non solo paure e difficoltà esistono in mare, forse sto raccontando solo queste, ma anche soddisfazioni, rispetto per la natura, scoperta delle bellezze della terra, conoscenza di tutte le etnie e molto altro ancora....
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(Foto di proprietà dell'autore)

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